L’AMORE ALL’IMPROVVISO- Settima Parte

L’AMORE ALL’IMPROVVISO- Settima Parte

Erano sul tappeto in camera di Cat, e parlavano un po’ svogliatamente. Sapeva che Cris, sarebbe passato allo scantinato, e le sarebbe piaciuto stare un po’ con lui. Ma non voleva trascurare Cat. Era la sua migliore, amica, e le piaceva stare lì, ad ascoltare musica, con lei, ma l’atmosfera era tesa, come se d’un tratto non avevano più punti in comune. Ed invece, non era così. E lo sapeva. Come faceva a superare quell’embasse, che era dovuta solo ad uno stupido equivoco? Era sicura, che se avesse visto i ragazzi, sarebbe svenuta, ma poi le sarebbero piaciuti. Quasi le venne da ridere, pensando alla faccia che avrebbe fatto, Cat se si fosse trovata davanti Al, o Giò…ma in fondo, anche lei, li conosceva poco, e se Cris, non l’avesse tenuta per mano sarebbe scappata via. Anche, Cam, doveva ammettere, che non era facile da digerire al primo sguardo, ma era così carina, e spigliata, che era facile perdonarle l’aspetto truce, e poi era in gamba davvero.

«Che c’hai da ridere?»

«Mi chiedevo cosa ne penseresti dei ragazzi!»

«Davvero? Posso farti una domanda, avete parlato di me?»

«Solo con Cris. Mi ha chiesto da quando ci conosciamo…sai lui è un tesoro…»

«Umm…ma se stai così bene con loro, perché ora stai con me?»

«Perché sei la mia migliore amica. Eppure vorrei che li conoscessi. Ti piacerebbero…be’ forse non subito, ma ti piacerebbero.»

«E che sono marziani?» Chiese Cat un po’ perplessa.

«Non fare quella faccia!»

«Senti Laura…lo ammetto, sono un po’ prevenuta su questi tuoi nuovi amici…»

«Non ti preoccupare…ma…»

«Senti, ti andrebbe di fare un giro? Oppure, se usciamo, il tuo ragazzo mi uccide?» Laura scoppiò a ridere.

«E dai! Ma tu e Cam, siete fissate! Si preoccupa, ma non è così iperprotettivo! E poi non è così tardi.»

«Ok. Allora usciamo. Ma per andare dove?»

«Che ne diresti, se ti dico che conosco il posto adatto?»

«Che non mi fido. Dove diavolo vuoi trascinarmi?»

«Allo scantinato. Senti, ti giuro che ti divertirai.» Almeno lo spero con tutta me stessa, pensò.

«Mmmm perché sta cosa non mi piace? È lontano?»

«Prendiamo l’autobus.» Cat alzò gli occhi al cielo, qualcosa le diceva che si sarebbe pentita, se dava retta all’amica, ma quella volta Laura sembrava molto decisa, e da tanto non la vedeva così.

«Sei sicura, che troviamo un autobus?» Fu l’ultimo tentativo di dissuaderla. Laura, prese il foglietto che le aveva dato Cris…che amore, aveva segnato gli orari anche degli autobus nella zona di Cat. Sicuramente gliel’aveva passati Cam.

«Sì. C’è. Dai forza, andiamo, passa tra quindici minuti.»

«E ve bene. » Cat si arrese.

Scese dall’autobus, dovettero camminare per un po’, ma Laura, non faticò a riconoscere il bar, dove era andata con Cam, e non fece fatica a trovare il posto.

«Dove diavolo mi hai portata?»

«Aspetta e vedrai.» La trascinò dentro quasi a forza. «Dobbiamo scendere.» Chissà se Cris era lì? Sperava di sì. Ad ogni modo, l’avrebbe chiamato…si disse, e poi non era sola, c’era Cat con lei.

«Perché mi hai trascinato qui?» Cat e Laura, scesero gli ultimi gradini, e si ritrovarono nell’ampio locale. Come sempre, c’era un gran disordine. Cris, e Giò furono i primi a scorgerle. Cris, si precipitò da loro.

«Laura, cosa ci fai qui?» Le chiese, cingendole la vita e attirandola a sé.

«Volevo farti una sorpresa…»

«Ci sei riuscita. Ah, Cat, vero? Sarà meglio che ti presentiamo gli altri. Giusto Laura?»

«<Sì…vieni Cat.» Lei li seguì un po’ interdetta, e spaventata. Non si aspettava quel tipo di locale, e non si aspettava neanche che quelli, fossero i “ragazzi” di cui parlava Laura. Aveva scorto, Cris un paio di volte, e sapeva che era fico…ma vederlo, così nel suo ambiente, era diverso. E cosa che la stupiva più di tutte, era vedere Laura, accettare, la familiarità di lui nel toccarla, come nulla fosse, nonostante non fossero affatto soli. Cercò di stamparsi in faccia un sorriso, ma cominciava a credere che l’amica, fosse impazzita.

«Allora, Cat» Stava dicendo Cris«Questo è Al» Al? L’individuo che le stava di fronte aveva i capelli rossi, e gli occhi scuri, la camicia aperta, faceva vedere un tatuaggio, e un altro l’aveva sulla mano. Aveva i brividi.

«Ciao…Al…» Mormorò.

«Laura, questa è amica tua? Comunque, piacere di conoscerti.» Al si allontanò, scontroso. E lei che gli aveva fatto?

«Non ti preoccupare, Cat. Al non è un tipo socievole…ma è solo l’inizio…vero Cris?»

«Sì. Non ti preoccupare. » Cris, le parlava come nulla fosse, ma teneva Laura, schiacciata contro di sé.

«Oh, che bello una faccia nuova! Io sono Cam. Ero di Là! Ma Giò mi ha avvertita che avevamo ospiti! Ciao Laura! Bentornata!» Cam? Cat, sgranò gli occhi, ed impallidì. Da dove usciva quella creatura? E dove cavolo, era capitata? Fece qualche passo, indietro, voleva squagliarsela, tanto, Laura, ora parlava con quella…ragazza, e Cris era troppo occupato a baciare la sua amica, sul collo, per badare a lei. Urtò contro qualcosa.

«Ciao.» Si girò di colpo, era schiacciata contro un ragazzo. Era molto alto, e per dirlo lei, che non era bassa…aveva i capelli lunghi e biondi, gli occhi verdi. Faceva paura. Ma era bello.

«C…ciao…»

«Scusa, se ti ho spaventata…sono Giò. E tu chi sei?»

«Cat. È stata Laura, a trascinarmi, qui…quasi quasi, vado via.»

«E perché mai, gattina? Ti hanno arruffato il pelo?»

«Va al diavolo!»

«Ehi, voi due, che combinate?» La voce di Cris, dura, li richiamò all’ordine.

«Niente» Disse Giò ridendo. Con disinvoltura, mise un braccio attorno a Cat, e la riportò verso il centro della stanza, dove erano gli altri.

«Bene, Cat. Mi sa che hai conosciuto tutti. Sei più tranquilla?»

«Eh!?!»

«Laura mi ha detto, che eri preoccupata per lei.» Il tono indifferente di lui, la mandò su tutte le furie.

«Certamente! Tranquillissima!» Abbaiò quasi. Al, intanto si era avvicinato al gruppo. E scoppiò a ridere.

«Ehilà che caratteraccio! Il tuo contrario, eh, principessina?» Si rivolse a Laura. Lei sorrise.

«Oh…Cat è un tipo più diretto di me…» Cat, fumava.

«Ehi, gattina, tira indietro le unghie!» Giò era ancora dietro di lei.

«Senti, un po’ chi diamine ti ha detto, che puoi chiamarmi così?»

«Oh, scusa tanto!» Alzò le mani, in segno di resa, e si allontanò, ma si capiva che non era affatto pentito.

«Bene bene, Cat, hai sfoderato le unghie per davvero. Laura, la tua amica è tosta!» Disse Al, con uno strafottente sorrisetto sulle labbra.

«Non farci, caso! Come sono contenta che Laura, ti abbia portato qui! Vuoi qualcosa da bere?»

«Ecco…credo che ora dovrei andare…»

«Ma se siete appena arrivate! Tesoro, io vedo di rimettere in riga i ragazzi, perché tu e Cam, non mostrate il locale a Cat?» Cris era ancora vicino a Laura.

«Sì…certo…» Lui sembrò leggerle nel pensiero.

«Non ti preoccupare piccola…poi parliamo.» La baciò prima di allontanarsi. Cat, rimase di stucco. Manco, avessero dovuto separarsi per un anno!

«Non ti stupire, Cat. Cris, è molto possessivo nei confronti di Laura…sospetto non si fidi molto dei ragazzi!» Cam rideva. E aveva una voce fin troppo dolce, in netto contrasto col suo aspetto.

«Ah…tu suoni… con loro vero?» Cercò di dirle.

«Sì. La chitarra e tu?»

«Niente. Ma la musica mi piace.»

«È come me in questo. Sai, Cam, conosco Cat dalle elementari!» Laura, si era avvicinata a loro.

«Wow che bello. Be’ intanto benvenuta tra noi!» I modi di Cam, erano davvero accattivanti. Anche se lei faceva paura. Tutti lì facevano paura. Ma Laura sembrava felice. E se la sua amica, era felice, lo era anche lei. In fondo era vero, si conoscevano da sempre. Sperava solo che potesse essere felice davvero.

«Allora, Cat…cosa ne pensi di questo posto?» Per fortuna non le aveva chiesto cosa ne pensasse dei ragazzi, ancora.

«Be’ è molto più grande di quello che mi aspettavo…dovevi dirmelo, Laura!»

«Ti avrei rovinato la sorpresa! Anch’io sono rimasta scioccata quando l’ho visto per la prima volta.»

«Allora, voi due… Che musica ascoltate di solito?» Cam, si era appoggiata al divano, con assoluta disinvoltura. E anche Laura, sembrava a suo agio, sebbene guardasse sempre in direzione di Cris…

«Sono molto innamorati, vero?» Cam era tornata a sporgersi verso di lei. Mha…Laura lo era per certo.

«Così sembra…»

«Non sei convinta di Cris, vero?» Cavolo! Aveva fatto la figura della stupida e della maleducata! Perché mai Laura l’aveva portata lì?

«Sbagliato. Sono cauta, solo perché si conoscono da poco ma…»

«Sono belli insieme, vero?» Trasse, un sospiro. Quella ragazza, cercava di essere gentile.

«Sì. Sono una bella coppia…tu stai con qualcuno?»

«No. Non proprio…almeno. E tu?»

«Nessuno.»

«Senti, scusa per Giò e Al, mi sa che non ti abbiamo fatto una bella impressione.»

«Non ti preoccupare. Non mi formalizzo.»

«Meglio così.» Giò le si era seduto a fianco, senza che se ne rendesse conto. Sussultò. Anche Al e Cris, li avevano raggiunti. Cris, si era messo, accanto a Laura, e ora, stavano, abbracciati come se niente fosse. Al, stava vicino a Cam. Cat, era stupita, Laura, sembrava tranquilla, e lei se non l’avesse visto non ci avrebbe mai creduto.

«Allora, Cat, ti sei ambientata?» Cris, era naturale, e tranquillo.

«S…Sì…ma forse voi, dovete suonare, oggi…»

«Abbiamo ancora problemi con l’impianto.»

«Oh, non avevi risolto?» Chiese Laura, stringendosi a lui, con naturalezza.

«Tesoro, pensavo di sì, ma purtroppo mi sbagliavo. Sentite, perché non ce ne andiamo da qualche parte?» Laura, era un po’ imbarazzata, e un po’ preoccupata. Si fidava di Cris, ma sentiva gli occhi di tutti, puntati si di loro. E temeva il giudizio di Cat. Forse aveva sbagliato a portarla lì. Chissà se Cris, si era arrabbiato?

«Oppure, potremmo, prendere qualcosa, da mangiare, e organizzare una festicciola!» La voce di Cam, era allegra.

«Dici? Cam, a me sembra un assurdità…» Al, era perplesso.

«A me sembra un’idea carina…» Azzardò Laura con un fil di voce. Sapeva, che era sciocco, e che lì nessuno l’avrebbe criticata, ma si sentiva ancora insicura. Cris, la strinse più forte e lei si sentì più tranquilla.

«Secondo me potrebbe essere un’idea. Tu che ne dici, Cat la pensi come Laura e Cam?» Chiese Cris, con cortesia.

«Sì…certo.» Organizzare una festicciola, lì dentro? Giò si chinò a sussurrarle nell’orecchio.

«Non mi sembri molto convinta.» Fece un respiro e si girò a guardarlo.

«Vuoi sapere la verità? Non mi sembra, fattibile, su due piedi. Ma è un’idea carina.» Rispose a bassa voce.

«Sì. Ma siamo in sei» Le sussurrò. «Anch’io sono d’accordo!»

«Bene, allora, al lavoro. Io e Laura, andiamo a prendere qualcosa da mangiare. Ok?» Disse, Cris, alzandosi con Laura.

«Certo! Io e Cat, sistemiamo il tavolo.» Propose Cam, con allegria. Cat, impallidì.

«Senti, Cam. Fatti dare una mano, da Gio. Cat, può aiutare me, a scegliere la musica. Infondo è un ospite, no?» Propose, Al. Di colpo era molto serio. Giò gli lanciò uno sguardo strano.

«Si certo. Ti aiuto volentieri.»

Cat e Al rimasero soli. Lei gli lanciò un’occhiata, aveva abbottonato un po’ la camicia, che però era ancora aperta sul petto, e comunque le metteva ancora paura.

«Sei tesa. Chi è il problema? Cam o Giò?»

«Potresti essere tu.»

«Senti, sono fatto a modo mio. Per carità, ma non credo di averti infastidita. Allora?» Aveva ragione. Metteva i brividi, ma stranamente si sentiva più tranquilla con lui, che non con Giò.

«Cam, è molto disponibile. E anche simpatica.»

«Quindi il problema è Giò.»

«Be’ non ho detto questo…»

«Non l’hai detto ma è così. Ad ogni modo, sei tra amici.» Cat, rimase sbalordita. Non si aspettava una cosa simile. Si girò a guardare Al…non era poi così brutto. Poi cercò Cam e Giò. Il look di lei metteva proprio i brividi, ma era così spontanea e gentile…Giò invece, a ben guardarlo era molto carino.

«Grazie Al, Credo che mi hai tratta d’impaccio.» Lui abbozzò un mezzo sorriso.

«Ai suoi ordini signora!»

«Vogliamo scegliere la musica?» Gli chiese, lui annuì.

Cris, e Laura erano in macchina. Avevano preso delle pizze e dei panini, e stavano tornando allo scantinato, ma lei era piuttosto pensierosa.

«Tesoro, dove sei?»

«Cris…scusa, forse non avrei dovuto venire…soprattutto con Cat. Faccio solo casini.»

«Non dire, cavolate. Nessun casino. Ascolta, Cat è prevenuta, ma è un problema suo.»

«La colpa è mia…non avrei dovuto trascinarla…»

«Perché l’hai fatto?» Cris, aveva adottato lo stesso tono serio di lei.

«Volevo che si rendesse conto da sé di che persone fantastiche siete.»

«Lo pensi sul serio?»

«Sì. Sai, con voi, anche se a volte ho paura di dire o fare sciocchezze, mi sento a mio agio.»

«Ne sono lieto.» le sfiorò il viso in una carezza.

«Sai Cris…ho sempre pensato che Cat, mi somigliasse…»

«Stai tranquilla. Vedrai, che andrà tutto bene. Per te, credo sia stato più semplice, malgrado tutto quello che stai passando.» Lei gli sorrise.

«Sì. Perché ho te al mio fianco, e poi perché ho capito che le apparenze non valgono nulla!»

«Ben detto ragazza!» Lui si girò un attimo a sorriderle. E poi accostò. Erano arrivati. Prima di scendere, l’attrasse un poco a sé e la baciò.

«Va’ a vedere, che combina, Cat. A scaricare, ci penso io…magari manda su, qualcuno dei ragazzi.»

«Ok..vado subito.»

«Ah, Laura, per i tuoi genitori…forse dovresti avvisarli.»

«Oh Cielo! In realtà bisognerebbe avvisare anche quelli di Cat…» Laura, si allontanò di corsa. Questa, volta almeno, avrebbe evitato le bugie, in fondo era davvero con Cat e degli amici…sempre che Cat, non se ne fosse andata.

Ma lei era lì, accanto a Cam e ad Al. Giò stava un po’ in disparte. Come le aveva chiesto Cris, domandò se c’era qualcuno che potesse andare ad aiutarlo. Si offrì Al.

«Ah, Laura, siete tornati. Scusa, se mi intrometto, ma hai già avvisato i tuoi?» La salutò, Giò. Laura gli sorrise, Cat drizzò le orecchie.

«Li chiamo subito non ti preoccupare.»

«Bene. Mi dispiacerebbe se per colpa nostra ti trovassi nei guai. E lo stesso vale per la tua amica.»

«Grazie.» Laura, prese il cell, e chiamò subito i suoi, avvisandoli, che lei e Cat, erano uscite, e avendo incontrato degli amici, avevano deciso di fermarsi a mangiare con loro. Era davvero contenta, di non dover mentire, non del tutto almeno. Quando chiuse la chiamata, Cris, era al suo fianco.

«Tutto, ok?»

«Sì. Tutto ok.» Gli sorrise. «Cat, hai avvisto i tuoi?» Chiese all’amica.

«Sì. Ho mandato un sms a mamma. Più o meno le scritto quello che tu hai detto alla tua.»

«Bene. Allora, chi mi dà una mano?»

«Io ho fatto fin troppo!» Disse Al, poggiando alcune cose, sul tavolo.

«Ti do un mano, io a sistemare.» Si offrì Laura, sorridendo.

«Ok, tesoro, grazie!» La baciò. Cat alzò gli occhi al cielo. Ancora faticava a credere che quei due, stessero sempre appiccicati.

«Lasciate, stare! Ci penso io. Cam, mi aiuti?» Disse Giò.

«Sì, certo! Non ti preoccupare, Cris, tu e Laura avete già fatto tanto…»

«Sicura, Cam?» Lei annuì. Cris, abbracciò Laura, e la scortò fino al divano. Si sedette, appoggiandosi contro i cuscini e trascinando Laura con sé, come aveva fatto a casa sua. Lei gli si rannicchiò contro.

«Cris…mi sento un po’ in colpa, verso i ragazzi…»

«Non ti preoccupare, tanto ormai, si tratta solo di smistare le pizze.»

«Ok..però…»

«Rilassati. Cat? Perché non vieni, a sederti con noi? Non dirmi che ti mettiamo in imbarazzo!» Cris, si stava comportando davvero bene, con lei, ragionò. Stava cercando di non escluderla. Qualcosa, scattò nella sua mente. Cominciava a capire, perché Laura si trovasse tanto bene, con loro. Era una stupida, si stava lasciando prendere da stupidi pregiudizi. Si avvicinò al divano sorridendo.

«No..ma non vorrei essere di troppo!» Cris, prese ad accarezzare Laura con dolcezza.

«Non dire sciocchezze Cat! Io e Cris, siamo felici se stai con noi! Scusa, se però ti ho lasciata sola..prima.»

«Sola? E chi era sola…Cam è un uragano!»

«Sì, è vero. Ma è una cara ragazza.» Disse, Cris. Il tono un po’ indolente, sembrava perfettamente rilassato.

«È molto simpatica…voi avete tutti la stessa età?» Chiese.

«Sì. Più o meno, siamo tutti nella stessa classe.»

«Davvero? Vi siete conosciuti così?»

«Perdonala, Cris, Cat ha una passione per gli interrogatori!» Lui scoppiò a ridere.

«No, figurati. Non è un problema. Io e Cam, ci conosciamo da prima, Giò poi abita addirittura nel mio quartiere!»

«Vero, qualche strada più giù. È Al, che abbiamo conosciuto a scuola.» Giò, Al e Cam li avevano raggiunti.

«Sì, ma non vale per me…io conoscevo solo Cris, Giò e Al, li ho conosciuti poi.» Disse Cam.

«Allora, mangiamo qui, o sul tavolo?» Chiese Al.

«Meglio al tavolo, vero Laura?» Sorrise, poi si chinò a sussurrarle nell’orecchio. « Il divano si sta facendo un po’ troppo affollato. Non trovi?» Lei sorrise.

«Un po’»

« Ah, piccola…impari in fretta, eh?» Rise, alzandosi con lei.

La cena, si svolse in un clima, molto rilassato e gioioso. Forse, merito del cibo, o della musica di sottofondo. Una cosa, che colpì Cat, era la mancanza di alcolici, ad eccezione di qualche birra. E francamente, dubitava che fosse un comportamento abituale. Anche molti dei suoi compagni di classe, bevevano. Doveva essere stata una cortesia, nei confronti di Laura, e suoi…e questo la colpì come il fatto che nessuno se ne lamentasse. Cris, e Laura, sedevano vicini. Lei era incastrata tra Cam e Al, e aveva Giò di fronte. Era davvero un bel ragazzo. Peccato, che fosse così irritante!

Laura, si sentiva felice come non mai. Cris, era al suo fianco, e la serata sembrava veramente andare bene, anche Cat le appariva più rilassata, ed era contenta. Cam, e gli altri come sempre, erano vivaci, e la conversazione non era monotona. Se pensava a come era cominciata la giornata…be’ era davvero una specie di miracolo. Si girò a guardare Cris…era così felice di averlo incontrato! Lui, le sorrise, e si chinò a rubarle un bacio. Provava ancora un po’ di imbarazzo, per quelle effusioni in pubblico, ma cominciava ad abitarsi, in fondo non c’era nulla di male. Lei e Cris, stavano insieme, e lei lo amava tantissimo!

«Peccato che è lunedì…se no potevamo andare da qualche parte…» Disse Al dopo cena.

«Sì, ma è lunedì e domani, c’è scuola. Meglio riordinare e andare a casa.»Replicò Cam

«Uff…comunque ti do una mano.» Rispose Al.

«Vi aiutiamo anche noi, vero Cat?» Disse Laura.

«Certo, con piacere.» In fin dei conti era il minimo che potesse fare. Era ancora un po’ a disagio, ma doveva ammettere che erano ragazzi molto simpatici. Forse, Laura aveva fatto bene e portarla lì. Si era divertita. Insieme riordinarono in poco tempo.

«Finito!» Esclamò Cam.

«Sei in moto?» Chiese Cris, rivolto a Cam.

«Come sempre!» Rispose, allegramente.

«Sì, ma le faccio da scorta, sappiamo che non è una bella zona.» Disse serio Al.

«Ti ringrazio!» Cam, sorrise.

«Tu dove abiti, Cat?» Le chiese Giò.

«Emm..nelle vicinanze, non ti preoccupare. Me ne torno da sola…» Laura, Sgranò gli occhi, che l’era preso all’amica, si era impazzita? Provò a dire qualcosa, ma Cris la prevenne.

«Abita, nel quartiere di Cam.» Disse.

«E allora, no. Sono in macchina. Ti accompagno io.»

«Ecco…non c’è bisogno…»

«Non fare la sciocca. Non mordo.» Cat. Era furiosa. Ma sapeva di aver esagerato.

«Grazie mille.» Giò sorrise.

«Senti, Cat…Laura te lo può confermare, qui siamo molto uniti, e ci preoccupiamo, gli uni per gli altri. Se Giò non poteva, ti avremmo accompagnata io e Laura.»

«Sì..scusatemi, è che non mi va di scombinare i piani di tutti voi.»

«Affatto. » Le disse, Cris, e tutti furono d’accordo.

Laura abbracciò Cat nel salutarla. Era un po’ strano, separasi così, generalmente dopo una serata, dovevano sempre prendere l’autobus insieme, e dividersi poi alla fermata. Cris, scortò Laura, alla macchina, tenendole un braccio intorno alle spalle con fare protettivo. Cat, li vide allontanarsi, mentre aspettava che Giò andasse a prendere la macchina, sul retro dello stabile. Cam le si avvicinò.

«Pensavo fossi già andata via.»

«Non volevo che aspettassi sola, così io e Al, ci siamo fermati. Senti, perché non ci scambiamo i numeri? Visto che abitiamo vicine, potremmo anche vederci…se ti va, eh.»

«Sì…certo…»

«Sai, sono contenta che Laura stia con Cris. Non lo vedevo così sereno, da un po’.»

«Anche Laura, è più serena, da quando stanno insieme.»

«Ecco Giò…noi andiamo!»

Cat, salì in macchina. Ma si sentiva una stupida.

«Grazie, sei molto gentile…»

«Ti sono antipatico?»

«No. Scusami. Ma vi immaginavo diversi.»

«Insomma ti abbiamo messo paura.» Ridacchiò.

«No…no…è solo che ero prevenuta. Ma ho capito, di aver sbagliato.» Si voltò a guardarlo era molto bello. E guidava con sicurezza e disinvoltura.

«Gattina, tu mi piaci. » Questo sì che era sconvolgente. Restarono in silenzio fino a quando non arrivarono a casa sua. Si era sempre vantata di essere un tipo diretto, ma lui la superava. Lo osservò con attenzione. Attraente era attraente. Il fisco era asciutto, le braccia forti, gli occhi grandi…be’ piaceva anche a lei, ma…

«Allora, che mi rispondi? Se non ti sto bene, dillo subito. Ci risparmiamo un sacco di paranoie.»

«Al contrario.» Aveva parlato prima di riflettere. Ma non era affatto pentita.

«Bene. Allora posso baciarti?» Lei annuì.

Il bacio, la sconvolse. Era stata baciata altre volte, ma mai così. Giò ci sapeva fare e parecchio anche.

Cris, fermò davanti al bar. Come sempre.

«Quasi quasi, non vorrei lasciarti andare, piccola.»

«Cris…neanch’io vorrei andare…ma…»

«Lo, so è ancora troppo presto. Senti, se ti va, dopo ti chiamo.»

«Certo che mi va…dormo meglio quanto ti sento…» Forse non avrebbe dovuto dirlo. Lui rise.

«Chissà come dormiresti, se ti tenessi stretta tra le braccia.» Laura divenne rossa come un peperone.

«Cris!» Lui rise ancora. E la baciò con delicatezza.

«Stai tranquilla, tesoro. Io ci tengo a te.»

«Lo so…ti chiedo scusa per Cat.»

«Ne abbiamo parlato. E comunque, vedrai che le cose andranno meglio, me lo sento.»

«Dici?» Era vero che Cat le era sembrata più serena durante la cena, ma non ne era convinta.

«Sono sicuro. Il problema è che si è scontrata con Giò, ma vedrai che alla fine riusciranno ad andare d’accordo. Vai, ora, altrimenti i tuoi si preoccupano!»

«Non mi dai il bacino della buona notte?» Lei per prima si stupì di quella frase. Lui rise, e l’attrasse a sé.

«Mi sa, che ti sto viziando, piccola, ma mi piace.» la baciò con passione, lei rispose con trasporto.

Fine settima parte

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