DI NUOVO LA PIOGGIA

Inghilterra 1823

Lo sguardo era sempre lo stesso, a metà perso nel vuoto e a metà perso nel tempo. Nonostante fossero passati otto anni, da quel giorno, otto anni da Waterloo, lui non era riuscito ancora a riprendere il controllo di se, né a stabilire un contatto con la realtà. Otto anni prima aveva creduto che riprendere la sua solita vita lo avrebbe aiutato a dimenticare. Non si dimentica facilmente il passato, specialmente se ti segna, e il suo passato lo aveva segnato, sia nel fisico che nell'anima. La sua vita era diventata irreale, i giorni passavano, ma le sue abitudini, le sue frequentazioni, precipitavano sempre più verso il basso. Così col tempo, stanco di divertimenti effimeri ed emozioni temporanee, aveva finito per isolarsi. Aveva rischiato la pazzia, per tre anni aveva vissuto in bilico tra la solitudine più nera e la dissolutezza più assoluta. Allo scadere del terzo anno, si era deciso a partire per cercare di ritrovare se stesso. La mattina che era partito però gli era successa una cosa incredibile, per uno come lui, un disperato, un corrotto… Pioveva a dirotto eppure lui aveva deciso di passare per il parco. Pensava di essere solo, ma una volta giunto lì aveva appurato che si sbagliava. Una carrozza era davanti a lui. Spinto da un desiderio irrefrenabile si avvicinò, inizialmente voleva mandare via quell'intruso. Dalla carrozza scese una ragazza, una ragazza dal volto a cuore e due grandi occhi color nocciola, come quelli di un cerbiatto. Non riuscì a mandarla via. Gli sembrava che con lei accanto riuscisse a respirare meglio, e quando lei aveva fatto per andarsene, lui l'aveva bloccata. L'aveva baciata, e stranamente si era scoperto a pensare che era come baciare una donna per la prima volta. Aveva sentito di appartenerle, e che lei gli apparteneva. Con lei si era sentito, per la prima volta, dopo tanto tempo, a casa, al posto giusto, era riuscito a dimenticare, almeno per un istante il passato, anzi era riuscito anche a confidarsi con lei e a raccogliere le sue confidenze. Non era riuscito a dirle il suo nome, se non nel momento di lasciarla, dopo aver condiviso con lei l'amore. Eppure lei era rimasta nel suo cuore. Le aveva promesso di tornare, ma ormai erano già passati cinque anni. Cinque anni di vagabondaggio e solitudine, in cui non aveva mai smesso di pensare a lei. Berta Walks. Ora sapeva con certezza che la sua fuga era finita. Aveva cercato di dare un senso alla sua vita prima di tornare da lei, aveva aspettato di essere degno del suo amore e di amarla, ma ora capiva come il senso della sua vita fosse lei, che se l'amava non poteva starle lontano. Spesso era stato sul punto di tornare, ma si era fermato dicendosi che lei lo aveva certamente dimenticato, che molto probabilmente il padre l'aveva fatta sposare ad un altro uomo. Si era tormentato a lungo con questi pensieri e più di una volta aveva rinunciato a tornare, ma ormai non poteva più aspettare, doveva prendere in mano la sua vita. In lui era ancora vivo il ricordo di come lei avesse accolto il suo amore e lo avesse contraccambiato. Edward, sentiva che lei lo amava ancora, per quanto irrazionale fosse un pensiero di tal fatta, lui la sapeva ancora sua. Stava per tornare. Era di nuovo lui, sotto l'apparenza di uno sguardo vuoto, si celava un uomo vivo e vigoroso, in grado di lottare per ciò che voleva. Prima di partire aveva dato comunicazione, al custode della sua casa di riaprirla. Il marchese Edward di Melville, era di nuovo in se! E questa volta era tornato per restare. Stava raggiungendo Londra e non vedeva l'ora di raggiungere la sua casa.

Quando finalmente arrivò a casa, si disse che era stato prudente a delegare il suo amministratore, che poi era lo stesso del padre, di occuparsi di Melville, la sua casa in campagna. Questa gli aveva garantito una vita agiata anche all'estero ed era stata la sua ancora di salvezza quando conduceva una vita da debosciato. Ora però era tornato per occuparsi seriamente delle sue proprietà, e anche i suoi servitori dovevano averlo capito. Fu infatti accolto da tutti i domestici che nonostante tutto gli erano stati fedeli, come il custode, il maggiordomo, la governante e la cuoca, che avevano servito suo padre, più una schiera di nuovi servitori. La casa, ora che era stata riaperta, era tornata allo splendore degli albori, ma lui sapeva che mancava qualcosa, non riusciva a sentirsi a casa. Quello che mancava era la presenza di Berta, ma lui sperava che tale assenza non sarebbe stata permanente. Aveva bisogno di lei come l'aria per respirare. Si concesse un bagno caldo e si cambiò d'abito. Aveva scelto una toletta di una sobria eleganza, che gli conferiva un aspetto sicuro e disinvolto, ma estremamente affascinante. Quando fu pronto, fece chiamare il suo Pantheon, trinato da una stupenda pariglia di cavalli, provenienti dalla sua tenuta di campagna. Lo accompagnavano due lacchè che indossavano la livrea di famiglia, nei colori del Blu e dell'oro. Mentre saliva sul pantheon e si apprestava a spronare i cavalli, sentiva il cuore battergli nel petto e sentiva che gli mancava il respiro. Avrebbe rivisto Berta, o così si augurava e i pensieri che lo avevano tenuto lontano per cinque anni tornarono ad angustiarlo. Cercò di mandarli via. Avrebbe raggiunto il suo scopo in un modo o in un altro. Spronò ancora i suoi cavalli. Doveva raggiungere al più presto la dimora dei Walks.

Giunto a destinazione, sentì uno strano presentimento. Si avvicinò al cancello e si fece riconoscere dal custode. Il custode lo riconobbe subito era lo stesso uomo che cinque anni prima aveva visto salire con la signorina Berta. Quando il marchese gli chiese di parlare a Lord Walks, però lui rispose che non c'era. Era vero. Si aspettava di sentirsi dire che sarebbe tornato, non di certo che lui gli chiedesse di Berta, dicendo che lo avrebbe aspettato con lei. Ma come non sapeva nulla? Era impossibile. Forse Berta non gli aveva detto che si era trasferita in campagna? Guardò l'uomo ansioso di una risposta e si ricordò di come guardava Berta cinque anni prima…apparivano come una cosa sola. Si ricordò di come la signorina, quando era ancora lì, avesse chiesto quasi ogni giorno se lui l'avesse visto e seguendo l'istinto più che la ragione gli disse che la signorina non abitava più lì, ma che si era trasferita in campagna. Nella tenuta di famiglia. Il marchese lo ringraziò e ricompensò generosamente. Salì di nuovo sul suo pantheon e ripartì. Mentre guidava la sua pariglia, si chiese che cosa stesse accadendo e cosa era quella storia che Berta viveva nella tenuta di famiglia.

Come tutte le mattine degli ultimi cinque anni, Berta si svegliò, si vestì in fretta e corse nella stanza adiacente la sua. In un piccolo lettino dormiva il piccolo Edward, suo figlio. Gli aveva dato il nome del padre, l'unica cosa che le rimaneva di quell'uomo, oltre al ricordo della giornata più bella della sua vita. Per lei in tutti quegli anni, lui era rimasto l'uomo della pioggia, l'uomo che aveva amato e che l'aveva amata, l'uomo che era partito, l'uomo che le aveva promesso di tornare, ma non lo aveva mai fatto, e lei non sapeva nemmeno se era vivo o morto.

Berta correva per tutta la casa, per controllare che ogni cosa fosse al suo posto…come ogni mattina il pensiero dell'uomo che aveva amato non la lasciava un solo secondo. Erano cinque anni che viveva in una comoda prigione. Si era ritirata in campagna e non usciva mai, non vedeva nessuno e non si sapeva più nulla di lei. Il padre aveva fatto dire che si era ritirata per motivi di salute. L'aveva costretta a trasferirsi nella tenuta di famiglia e l'aveva lasciata al suo destino. Un destino agiato per carità, ma pur sempre un destino triste di solitudine. Solitudine per lei e per il bambino. Soprattutto per il suo bambino. La giornata che al mattinò appariva serena era mutata e nuvole nere e pesanti minacciavano il cielo all'orizzonte. Suo figlio giocava sul portico. Aveva cominciato a piovere. Corse fuori per farlo rientrare. Tutto intorno era diventato scuro e le persone, per lo più domestici sorpresi mentre si occupavano dei propri compiti, che correvano in cerca di un riparo, apparivano come ombre scure e sinistre. Berta fece per chiamare suo figlio, che si trovava lì a poca distanza, ma si bloccò. Una di quelle figure nere avvolte nella pioggia si stava avvicinando. Non correva, incedeva con passo sicuro e controllato. Man mano che le si avvicinava lei poté ammirare i suoi penetranti occhi di ghiaccio. Il suo cuore perse un colpo. Era lui, era tornato. Le si avvicinò di più e le sussurrò «Pare che la pioggia sia il nostro destino.». Berta non rispose. Era come paralizzata. La sua mente era in subbuglio. Prese per un braccio il figlio e fece segno ad Edward di seguirla in casa. Una volta dentro, alla luce della candele gli occhi di Edward si posarono sul bambino che Berta stringeva a se. Era impossibile non accorgersi che il bimbo era suo, gli somigliava in modo impressionante e aveva gli stessi suoi occhi. Guardò il bambino e guardò Berta. Faceva fatica a pensare. Quel bimbo era suo figlio e lui si era perso cinque anni della sua vita. Ora doveva rimediare anche se non sapeva come. Berta lo fece accomodare in un salottino, e mandò il bimbo di sopra.

Edward, avrebbe voluto baciarla, ma capiva che in quei cinque anni Berta doveva aver passato le pene dell'inferno, lui stesso sapeva quanto riusciva ad essere ottusa e crudele l'alta società. Lasciò che lei si sfogasse, che gli raccontasse tutto quello che aveva passato, del padre che passava lì la stagione estiva ignorando lei e il figlio e che faceva il possibile per tenersi lontano da loro. Gli raccontò di com'era stato penoso non sapere più nulla di lui e quanto le era costato ritrarsi e far crescere il figlio senza amici. Gli parlò dei suoi tormenti e di come non avesse mai smesso di amarlo. A quel punto Edward non riuscì più a controllarsi e strinse Berta in un abbraccio. La baciò con passione, come se quel bacio potesse cancellare gli ultimi cinque anni e poi la cullò come fosse una bimba. Quando Berta si fu calmata le parlò di lui di come aveva vissuto quegli ultimi cinque anni e di come non avesse smesso un solo momento di pensare a lei. Si informò del figlio e le raccontò dei suoi progetti per il futuro. Le disse che era andato a cercarla per chiederle di sposarlo, e che non aveva cambiato idea, anzi ne era ancora più sicuro, le disse che aveva deciso di prendere nuovamente in mano la sua vita. E le parlò di Melville. Berta fu alquanto sorpresa quando scoprì che il suo Edward l'uomo della pioggia, era il chiacchierato marchese di Melville. Ma lui mise a tacere sia la sorpresa che i suoi dubbi con un altro bacio.

Continuarono a parlare, e a fare progetti per il futuro. Berta era felice, e ora che poteva stringersi tra le braccia del suo Edward si sentiva in pace con se stessa. Anche Edward condivideva i suoi pensieri. Con lei stretta tra le braccia si sentiva a casa. L'amava e lei lo amava, le apparteneva e lei gli apparteneva. Stettero parecchio tempo a discorrere e a progettare la loro vita futura, dopodiché salirono su a comunicare le novità al figlio. Il bambino inizialmente si mostrò diffidente nei confronti di un padre che non aveva mai visto. Ma Edward seppe trovare il modo di conquistare la sua fiducia. Passò un po' di tempo a conoscere il figlio e a giocarci insieme, poi scese di sotto per comunicare a Berta che aveva preso una decisione: gli avrebbe portati con se a Melville e avrebbe fatto disporre ogni cosa per il loro matrimonio.

Pochi giorni dopo si sposarono. Berta era felice che i suoi sogni si stavano avverando, ma anche preoccupata, perché la società e soprattutto suo padre non avrebbero accettato facilmente la cosa. Lei era stata emarginata, e anche lui parecchio tempo prima, ma per lui, prima che la sposasse, c'era una possibilità per essere nuovamente accettato, possibilità che con quel matrimonio aveva gettato alle ortiche. Edward, però seppe cancellare tali preoccupazioni dalla mente di Berta, standole vicino con costanza e amore. Il bimbo invece aveva avuto tutto quello che poteva sognare e soprattutto aveva visto, e viveva nella città del nonno, quella città che per cinque anni aveva solo sentito nominare.

Edward, però sapeva che per Berta era importante farsi accettare e stava divenendo tale anche per lui. Dovevano assicurare un futuro rispettabile al piccolo Edward, a loro figlio, il frutto del loro grande amore. La prima cosa che Edward fece fu affrontare il suocero, Lord Walks spiegandoli la situazione dal principio e facendogli capire che doveva appoggiarli per amore della figlia, ma soprattutto per il bene di quest'ultima e del nipote. Farsi accettare dalla società fu molto più arduo, ma col tempo e la perseveranza riuscirono a risalire la china.

Insieme riuscirono a costruire la loro casa, la loro famiglia, che col tempo e l'arrivo di Louise e Martin si allargò, e la loro storia. Una storia d'amore nata in una giornata di pioggia.

ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.

Marirosa