L’INCREDULITÀ E LA RABBIA

Poi ti svegli la mattina, tutto sembra normale, tutto scorre come sempre, le lancette dell'orologio non si fermano, l'aria è la stessa, le solite attività quotidiane che richiamano l'attenzione. Un'altra giornata, come tutte le altre, ed invece no, perché da qualche altra parte il mondo si è fermato, da qualche altra parte si è scatenato l'inferno è scorso sangue, si sono levate grida, e il terrore ha pervaso gli animi. Si aprono dibattiti e special, si parla tanto, si sprecano parole, ma gli occhi quanto si apriranno?

Ogni tanto scoppia una guerra, ogni tanto c'è un attacco, da qualche parte, ma siamo così abituati alla violenza, e peggio ancora così attaccati al concetto arcaico di guerra, da non renderci conto che già siamo in guerra, ogni giorno e tutti, che quello che successo ieri non è un attacco alla Francia o alla religione o ad uno stato è un attacco all'umanità a usi e costumi che non saranno perfetti ma che sono il cuore del nostro occidente. E' un attacco a tutto ciò che noi rappresentiamo, e tutto perché a qualcun'altro non va a genio. Oggi le parole, che da sempre sono il motto francese fanno rumore, più rumore delle bombe. Oggi quelle parole sono un grido. Pongono domande, esigono risposte. Quale Libertà? Oggi è la prova che non siamo liberi, non si è liberi quando si può divenire un facile bersaglio per un nemico che non ha un vero volto, che si nasconde si mimetizza in mezzo a noi, pronto a colpire nei momenti meno pensabili. Quale uguaglianza? Oggi è la prova che c'è ancora chi si ritiene superiore, chi si sente in diritto di salire in cattedra per condannare qualcuno che sbaglia, peccato che quella cattedra è fatta di esplosivo e a sbagliare siamo noi, ma quello che chi ci giudica chiama sbaglio è la vita, così come la conosciamo noi. e come può essere uno sbaglio vivere? Quale Fratellanza? Oggi è chiaro più che mai che nessuno riesce a capire che le differenze dovrebbero unire, arricchire ma essere lasciate come sono. Non possiamo abbattere i nostri simboli in favore di altri, non possiamo sradicare la nostra identità per prenderne un'altra.

Oggi è una giornata diversa. Oggi.

Forse oggi agli occhi del mondo si sta aprendo la terza guerra mondiale e non è la guerra cui siamo "abituati", non si tratta di una guerra egemonica quanto piuttosto di uno scontro tra ideologie, modi di vivere.

Non voglio parlare di politica, non oggi, lasciamola stare, quello su cui dobbiamo riflettere è l'attacco di uomini, contro altri uomini.

E' una follia quello che sta accadendo, non si può avere come ideale, massima aspirazione, il morire uccidendo altri uomini, uomini innocenti, giovani che non chiedevano che di vivere che per quel vivere facevano sacrifici e solo perché la nostra visione della vita è incompatibile con la loro.

Non c'è ragione per questo attacco, perché va oltre, oltre tutte le ragioni e le scuse che si potrebbero trovare.

Oggi siamo tutti un po' francesi, quello che spero però è che domani, non ci si scordi perfino dov'è la Francia. Quello che spero è che l'Europa apra gli occhi, ma forse è troppo tardi.

Non so quanto finirà e se finirà questa follia, se mai ci sveglieremo dall'incubo, mi auguro solo che quanto queste pagine diverranno pagine di storia ci sia qualcuno in grado di leggerle, perché tre guerre mondiali nella storia dell'umanità sono davvero troppe.

Marirosa