UNA STREGA SOTTO L’ALBERO

UNA STREGA SOTTO L’ALBERO

Era una fredda serata di dicembre. La neve scendeva, copiosa, fuori dalla finestra, ma non la guardava, non gli importava, ormai la feste erano solo una scusa, per tagliarsi fuori, e crogiolarsi tra i ricordi, o solo per non pensare. Guardò di fronte a sé, anche l’albero, quell’anno era venuto storto. Se fosse stato per lui, avrebbe evitato di farlo, ma c’era sempre gente che capitava a casa, sotto Natale, e non poteva essere Natale senza l’albero. Bleha! Ne avrebbe fatto volentieri a meno. Così come tutte le corbellerie che l’accompagnavano e le frasi fatte, ma…uno strano bagliore attrasse la sua attenzione. Si avvicinò alla finestra, poiché da lì proveniva e si mise a spiare, da dietro i vetri, la notte. La città era silenziosa, e tutta rivestita a festa, e la neve ancora fitta. Eppure gli era apparso di scorgere una figura. Che assurdità! Un illusione, ottica certamente! Una figura al 13° piano! Sorrise scuotendo la testa. Ma poi gli sembrò di scorgerla di nuovo. Scrutò con più attenzione fuori. Che strano scherzo, gli stavano facendo gli occhi? Eppure credeva di aver visto una donna…su una scopa. Scosse la testa, ridendo di quella sua bizzarra svista, ma seguendo uno strano impulso aprì la finestra. Una folata gelida, investì la stanza, e si affrettò a chiudere i vetri. Poi lentamente, si volto verso il camino, e rimasse raggelato. Una scopa stava lì mezzo appoggiata alla mensola, e una ragazza, carina, se ne stava comodamente seduta sul divano. Eh no! Va bene, le illusioni ottiche, ma quello era decisamente troppo!

<<Grazie per avermi fatto entrare!>> Disse la ragazza con un sorriso.

<<Io!?!>> Stupito, confuso, si mise a guardarla.

<<Sì! Grazie per aver aperto la finestra! Fuori si gelava!>> Scosse la testa per snebbiarsi.

<<Ah, bene, sono contento ma ora fuori!>>

<<Finché non smette di nevicare, non mi muovo! Si sta bene, qui!>> Alzò gli occhi al cielo.

<<Non so che razza di scherzo, sia questo, ma ora fuori!>>

<<Scherzo? Quale scherzo?>>

<<Il tuo, o dovrei credere che te nevai in giro, con quella?>> Indicò la scopa.

<<E allora credi quello che vuoi!>> Mise il broncio.

<<Anche il broncio, ora?>>

<<Be’ che ti aspettavi? Tu non vuoi credermi, e vuoi rimandarmi fuori!>>

<<Ma certo…io non ti credo, e come potrei? Dovresti dimostrarmi che ho torto.>> Disse ironico.

<<Cosa vuoi che faccia?>> Sorrise di rimando, prendendolo in contro piede.

<<Dimostrami che puoi volare.>> Lei gli scoccò un’occhiataccia. Poi si alzò, prese la scopa, e si mise a volteggiare per la stanza.

<<Soddisfatto, ora?>> Allibito, rimase a fissarla, lasciandosi cadere sul divano.

<<No.>> Borbottò tra sé e sé. Se quello non era uno scherzo, si era ammattito di colpo.

<<Cosa devo fare, allora?>>

<<Niente. E scendi da quell’arnese!>> Sbraitò.

<<Come vuoi. Ma me l’hai chiesto tu.>>

<<Ti ho anche chiesto di sparire!>>

<<Oh, sarebbe una splendida uscita ad effetto, ma non ne sono capace!>> Chissà perché gli veniva da sorridere.

<<E perché no?>>

<<Oh, sono una gran pasticciona, sai? Pure prima, dovevo andare da una parte e mi sonoro persa! >>

<<E proprio qui dovevi capitare?>>

<<E dove, se no? Adoro i musoni, come te?>> Lui rise.

<<be’ ma che razza di strega o roba simile sei?>>

<<Una che si trova sempre nei guai! Ehi, ma quell’albero è storto!>>

<<Già. È venuto così.>> Lei rise.

<<Mi sa che anche tu, sei un po’ pasticcione!>> Lui la fulminò con lo sguardo.

<<L’ho fatto, perché tutti si aspettavano che ci fosse. A me non interessa.>>

<<Scusa. Posso farmi perdonare?>>

<<E come vorresti fare, se è lecito?>>

<<Cucinando…>>

<<Ah no, grazie!>>

<<È l’unica magia che mi viene bene.>>

<<Buon per te.>>

<<Senti, so di non essere gradita, ma come smette di nevicare vado via.>>

<<E se non smette?>>

<<Allora, provo lo stesso…sperando che si plachi un po’>>

<<Ma una strega non dovrebbe controllare gli elementi?>>

<<E per chi mi hai preso? Sono solo una strega bianca!>>

<<E che vuol dire?>>

<<Che le mie magie, sono rivolte al bene, quando riescono.>>

<<E quando non riescono?>>

<<Mi trovo nei pasticci! Come adesso!>> Era proprio bella. Ma che strano pensiero, gli era venuto in mente?

<<Faccio fatica a credere che tutto questo sia vero.>>

<<Be’ non è facile…e a volte, io vorrei un po’ di normalità.>>

<<La normalità può sembrare noiosa.>>

<<Be’ per me sarebbe una novità!>>

<<Immagino.>>

Continuarono a parlare e lanciarsi schermaglie verbali. Gli veniva da ridere, ed era troppo tempo che non rideva più e gli sembrava strano. Forse era solo un sogno, e all’alba, sarebbe svanito, ma in fondo, a sognare, alla vigilia di Natale, che male c’era, se gli faceva bene al cuore? Eppure, più la guardava e più sentiva che non era un sogno. Dalle schermaglie, passarono ai discorsi seri, trovando una strana sintonia, e poi piano, senza un vero perché cominciarono a scambiarsi confidenze. E tra un sorriso e l’altro, lei con una luce maliziosa, negli occhi, fece comparire un rametto di vischio, lui sorridendo la baciò. E i fuochi d’artificio, invasero la stanza.