LA NOTTE DEI SOGNI

 La notte era appena calata, e l’alba, s’intravedeva appena. L’aria era fresca e le strade deserte, ma lei era già sveglia. Si svegliava prestissimo ogni giorno, faceva una doccia, per ritemprare il corpo e lo spirito, una colazione leggerissima, e si chiudeva nella sua “palestra”. La sua grande passione era la danza, il suo più grande desiderio, ballare. Aveva fatto sistemare una stanza, riempiendola di attrezzature e specchi, di modo che potesse esercitarsi ogni volta che poteva, e non veniva mai meno a tale proposito. Ci voleva dedizione, oltre che passione e pazienza e disciplina. La danza era tutto il suo mondo, tutta la sua vita. Scaldò i muscoli e poi cominciò ad eseguire i primi esercizi, contando mentalmente il tempo. Un, due, tre. I suoi movimenti erano leggiadri e fluidi, la sua mente, intenta e concentrata, ogni passo lo eseguiva con maniacale precisione, e lo ripeteva sino a quando non era sicura che fosse più che perfetto. Amava la danza come nulla al mondo, era parte della sua anima, stava male quando non poteva danzare, ma alle volte, viveva anche dei momenti di sconforto, la danza richiedeva anche dei sacrifici, il talento da solo non bastava, e lei lo sapeva bene, per questo, per quanto difficile fosse, era determinata a non mollare. E ce l’avrebbe fatta, ne era sicura. Riprese ad allenarsi, con più volontà, cercando di fermarsi il meno possibile. Doveva essere perfetta, tra tre giorni aveva l’audizione più importante della sua vita, e non voleva fallire. Trasse un respiro, e ricominciò daccapo, passo dopo passo, movimento dopo movimento. A metà mattina, era distrutta, ma soddisfatta. Si concesse un bagno, per sciogliere la tensione, poi con l’accappatoio e i capelli ancora umidi, si sdraiò sul divano e prese a sfogliare un libro. Le era sempre piaciuto leggere, ma ballare di più. Ballare era tutto, era un fuoco che le bruciava dentro, e nessuno, e niente avrebbero mai spento. Era felice e le brillavano gli occhi ogni volta che pensava alla danza.

I giorni erano volati via frettolosi, e ormai le sembrava di vivere in un universo parallelo, si sentiva sulla luna, e nulla avrebbe affievolito la usa gioia, era troppo profonda, troppo radicata, ma nello stesso tempo faticava a credere che quella fosse la realtà, eppure era tutto vero. Aveva superato l’audizione e quella sera, che si apprestava a vivere era la sera che aveva sempre sognato, la sua grande occasione. Respirò a fondo, mentre il tramonto bruciava l’orizzonte, lasciando il posto alla notte, e quella notte lei avrebbe brillato come una stella. Era al settimo cielo, ma doveva restare concentrata, mancava ancora un poco. Controllò il respiro, sistemò il costume e si mise a provare. Nulla doveva andare storto.

Il teatro era gremito, il silenzio dell’attesa, assordante, ma lei pensava solo alla danza. La musica partì e lei cominciò a muoversi con eleganza e fluidità. Sembrava volasse. I movimenti che tanto aveva provato, perché come diceva sempre la sua insegnante la danza non era solo passione, ma anche sudore e sangue, le venivano naturali, come respirare, anzi di più. Il cuore era colmo d’emozione, ma la mente lucida e concentrata, il suo corpo si muoveva aggraziato e i suoi movimenti erano fusi alla musica nel suo crescendo. Poi l’ultima nota, l’ultimo passo, l’inchino, e l’applauso entusiasta del pubblico, mentre sul palco volavano rose. Era tutto perfetto e magico e lei era felice, quello era il suo mondo, la realizzazione del suo sogno.