L’AMORE ALL’IMPROVVISO-Ottava Parte

L’AMORE ALL’IMPROVVISO-Ottava Parte

Ormai, lei e Cris, stavano insieme da un mese. Un mese. Poteva sembrare nulla, ma per lei era tantissimo. Le erano successe talmente, tante cose, che le sembrava fossero passati anni. L’incontro con Cris, le aveva stravolto l’esistenza, e aveva acceso il suo mondo. Lui, era diventato davvero importante. E non poteva più immaginare la sua vita senza di lui. Si sentivano ogni giorno, e si vedevano quasi tutti i pomeriggi. Lui, l’aveva portata a ballare, qualche volta, ma in genere o andavano allo scantinato, o a cena. Spesso, avevano organizzato, anche con i ragazzi. Anche perché, dopo la prima volta, anche Cat era diventata piuttosto assidua, del ritrovo. Sorrise. Erano davvero successe tante cose…e ormai, non aveva più una migliore amica, ma due. Cam era sempre presente, e spesso, l’aveva tirata fuori dai guai. Si trovava bene con lei…ma la cosa, che più le faceva piacere, era che anche Cat, aveva superato l’iniziale ritrosia, e aveva preso a frequentarla. Qualche domenica erano anche uscite insieme, solo loro tre. Ed era bello. Spesso, quando lei e Cris, erano allo scantinato, ci capitava anche Cat. Si stava avvicinando molto a Giò…e questo le faceva piacere, sembravano molto affiatati. E in quel mese, anche lei aveva avuto modo di apprezzare Al e Giò. Ormai aveva dei nuovi amici, sui quali fare affidamento, nei momenti neri, e un ragazzo meraviglioso, che l’amava e la sosteneva. Ma le scelte, le prendeva da sola. Era cresciuta e maturata, e questo lo doveva a Crsi, qualche volta, litigavano ancora, ma erano ogni giorno più vicini. E innamorati. Era sicura che anche lui fosse innamorato, glielo leggeva negli occhi. A scuola, ormai andava meglio, anche la sua media era salita. Ancora, la prendevano in giro, ma ormai non le importava un accidenti. Aveva imparato, a lasciar perdere. A non farsi toccare dalle battutine, e a rimettere a posto, i suoi compagni di classe, tanto lei stava con Cris, e di Lorenzo non le importava nulla, né tanto meno le importava quello che dicevano a scuola. Non erano amici quelli, e lo sapeva. Se aveva bisogno di qualcuno c’era Cat, oppure Cam. Perfino Al o Giò erano degni di fiducia e poi c’era Cris. Il suo punto fermo. La mattina, o l’accompagnava o l’andava a riprendere, se poteva tutte e due le cose. Avevano trovato una loro routine, e insieme facevano un sacco di cose. Una volta erano perfino andati al luna park. E qualche volta, di pomeriggio, si era fermata a casa sua. In quelle occasioni, se ne stavano abbracciati sul divano del salotto, scambiandosi baci e carezze. E ogni volta, era felice. Lui aveva davvero illuminato il suo mondo. Ma alle volte, aveva un po’ paura. Lui era così dolce, così premuroso, e attento. Corretto e gentile, ma cosa sarebbe accaduto, se avessero dovuto separarsi? In fondo lui era più grande e forse sarebbe andato all’università…sapeva di correre troppo, ma aveva tanta paura di perderlo, eppure lo amava ogni giorno di più.

Trasse un respiro e tornò a rimettersi sui libri. Aveva preso l’abitudine di non studiare mai il sabato, per poterlo passare allo scantinato…ma quel pomeriggio aveva fatto un’eccezione. I compiti erano davvero pochi, e preferiva smaltirli. E poi stava aspettando una chiamata da parte di Cris…erano rimasti che si sarebbero sentiti. Si rimise al lavoro.

Aveva appena chiuso l’ultimo libro, che il telefono squillò.

«Pronto, Cris?»

«Piccola, cosa stai facendo?»

«Ho appena finito tutti i compiti…tu cosa fai?»

«Sono a scuola, per un corso extra. Ma esco tra dieci minuti. Puoi uscire?»

<Sì…certo.»

«Perfetto..vorrei anche portarti fuori a cena.»

«Sì, mi piacerebbe. Cris…mi sei mancato.»

«Anche tu, tesoro. Devo chiudere. Mezz’ora, e sono lì da te ok?»

«Ok. Volo a prepararmi!»

«A dopo!»

Laura, corse all’armadio. Voleva essere perfetta per lui. Con i suoi non aveva mai parlato apertamente di Cris, anche se ormai avevano capito che aveva un ragazzo, fingevano di non sapere. Si sedette sul bordo del letto. E allungò una mano sul comodino. In una bella cornice aveva messo una foto di Cris. Le piaceva guardarla prima di addormentarsi. Quando gliel’aveva chiesta. Lui aveva riso, ma l’aveva accontentata subito. Lo amava anche per quello. Non invadeva mai le sue scelte, ma c’era sempre. A volte la stuzzicava o la prendeva un po’ in giro, ma sempre in modo bonario, e solo su questioni futili. In quelle importanti era sempre serio, e pronto ad ascoltarla. Era felice, felice sul serio.

Toccò il vestito che aveva scelto, era azzurro chiaro e ricordava il cielo…e gli occhi di Cris..per questo l’aveva comprato. Era lungo e un po’ ampio, ma le piaceva. Aveva una profonda scollatura…e questo la metteva un po’ in imbarazzo…però ormai aveva deciso, l’avrebbe indossato. Si alzò, piano sperava solo di aver scelto bene. Tornò verso l’armadio, prese un paio di scarpe nere, con un po’ di tacco, e una borsetta coordinata. Poi, si dedicò al trucco. Nulla di troppo vistoso o appariscente, giusto un po’ per valorizzare gli occhi, e completare la mise. Il cuore le batteva all’impazzata.

Cris la stava aspettando in macchina. Era bellissimo. Salì al suo fianco con disinvoltura, e si avvicinò a lui di modo che potesse baciarla. Era una cosa che facevano sempre ormai. Una specie di rituale tutto loro.

«Sei molto bella, stasera. Mi sa che ti porto al ristorante.» Si illuminò in volto.

«Grazie. »

«Allora andiamo. Fatto tutti i compiti, piccola?»

«Sì. Ma ti sembra che dobbiamo parlare di questo?» Sorrise.

«Certo che no! Ma, volevo sapere se eri libera. Che hai detto ai tuoi?»

«Che uscivo a cena con gli amici.»

«Perfetto.» un sorriso un po’ enigmatico increspò le labbra di Cris. Laura, si voltò a guardarlo. Si sentiva un po’ smarrita.

«Sono contenta di averti visto. Oggi non sei passato a scuola.»

«Non potevo. Ero impicciato alla mia.» Le accarezzò velocemente il volto, poi lasciò cadere la mano, per cambiare marcia. Ormai era del tutto abituata al suo modo di guidare, e aveva capito, che nonostante avesse una guida spregiudicata, era davvero un ottimo guidatore.

Il ristorante era affollato, ma il solito cameriere li scortò al tavolo della famiglia di Cris, già apparecchiato per due, con le candele. Le piaceva sempre tanto quel posto. Lui l’aiutò a togliere la giacca, e le scostò la sedia, chinandosi a sussurrarle in un orecchio.

«Sei una visione. Mi piace questo vestito.»

«Grazie.» Arrossì.

«Davvero, piccola. Sei splendida.» Le disse sedendosi.

«G…grazie, ma di questo passo, mi scambieranno per un’aragosta!» Replicò arrossendo.

«Bella, simpatica ed intelligente!»

«Cris!» Lui rise.

«Com’è andata a scuola?»

«Bene. Ormai non mi importa, più sai? È pesante, ma mi faccio scivolare tutto a dosso.»

«Sai che io ci sono sempre, vero?» Per un momento era diventato serio. Lei gli sorrise.

«Lo so. Per questo, sono più forte. E a te, come sta andando la scuola? Oggi mi dicevi di un corso extra…»

«Sì. Per l’università. E poi quest’anno ho gli esami…» Laura, si rabbuiò un poco…l’università. Era stupido, anche perché era consapevole, del fatto che Cris, frequentasse l’ultimo anno…ma non voleva separarsi da lui, non voleva che quella differenza d’età, seppur minima, li portasse in direzioni diverse. Non voleva. Lo amava troppo. Anche se non aveva il coraggio di dirglierlo.

Non rispose nulla.

«Ecco che ci risiamo…ogni tanto mi sfuggi…dove sei?» La voce di lui, sei era abbassata e addolcita.

«Io…»

«Ascolta Laura, te l’ho detto già una volta. Ho la mia vita, i miei sogni e non ci rinuncio. Ma ora ci sei tu.»

«E che vuol dire? E poi io non ti sto chiedendo niente..non voglio essere un peso per te.»

«Nessuno ha parlato di peso. Ascolta, c’è stato un periodo, in cui ho pensato di studiare all’estero, perché negarlo? Tanto sia io che i ragazzi, sappiamo che l’idea del gruppo, non è così facile da mandare avanti, anche se per ora nessuno è pronto a rinunciare. E comunque, ora nella mia vita ci sei tu.»

«Cris…davvero…» Di colpo era un po’ triste, ma lui, sembrava così sereno e così sicuro, e le sorrideva.

«Non mi interrompere. Andrò all’università, ma qui. Ce ne una molto buona. Io non voglio perderti. E anche se so, che la lontananza, non sarebbe poi un problema serio, non voglio lasciarti sola.»

«Non voglio mica che ti sacrifichi…» Lui rise.

«Se resto qui, posso avere tutto. Te e i miei progetti. Non mi sembra affatto un sacrificio.» Allungò una mano, sul tavolo per prendere la sua. Laura, lo guardò con tutto l’amore di cui era capace.

«Sei un ragazzo straordinario.» Gli sorrise, innamorata.

«No. Solo molto felice, quanto sto con te. Dai, pensa alla cena ora.» Lei abbassò lo sguardo. Era davvero speciale.

«Come sempre è tutto fantastico…sono felice di aver accettato il tuo invito!»

«Sì, anche a me fa piacere, cenare insieme. E poi avevamo bisogno di parlare.»

«Sì, ultimamente, sono successe tante cose. Sai Cris, credo che Cat si sia presa una cotta…» Ma lasciò la frase a metà perché non le sembrava giusto parlare della sua amica.

«Allo scantinato, mi sa che l’hanno notato tutti. E comunque, credo che Giò la ricambi.»

«Speriamo…starebbero bene insieme.» Disse seguendo un pensiero.

«Sì. Forse hai ragione. Cosa ordiniamo ora?»

Consultarono il menù insieme. Era così felice, che avrebbe voluto che quella serata non finisse mai. Ora sapeva che lui teneva a lei per davvero e il cuore le traboccava di felicità.

Il resto della cena, passò tranquillamente, tra scherzi e chiacchiere. Quando era con lui, si sentiva libera. Avevano appena terminato, quando lui, sorridendo le chiese:

«Vuoi un po’ di dolce, piccola? Magari quello alla, panna che ti piace tanto?» Laura sorrise.

«Mi vizi davvero…» Lui sorrise.

«È un piacere…senti Laura…verresti a casa mia, dopo cena?» Lui le sorrideva. Era così bello…arrossì. Aveva un poco di paura. Ma sapeva che di lui si poteva fidare.

«Sì…» Rispose con un filo di voce. Lui le strinse ancora la mano. E poi si avvicinò per sfiorarle il viso.

«Sei un’amore…devi avvisare i tuoi?» Laura ci pensò su. Avrebbe dovuto, ma cosa dirgli?

«In realtà dovrei…ma non saprei cosa dirgli. Non mi piace mentire, lo sai.» Lui le sorrise.

«Sei convinta della tua scelta?» Lei annuì.«Allora, digli che ti fermi da amici…così non sarebbe una grossa, bugia. In fondo, non sono solo il tuo ragazzo, ma anche un amico, no?»

«Sei un tesoro Cris.» Lui rise.

«È vero il contrario. Allora, ordino il dolce?» Lei annuì. Mentre il cameriere prendeva le ordinazioni, ne approfittò per mandare un sms ai suoi.

Salirono in casa di Cris, in silenzio. Laura sentiva il suo cuore a mille. Lui la teneva contro di sé.

La scortò nel salotto. E l’aiutò a togliere la giacca. Non si sarebbe mai stancato di ammirarla, era bellissima. La vide tremare.

«Sei stupenda.» Le disse, cingendole la vita e abbracciandola. Laura, lo lasciò fare. Ma tremava. Lui le scostò i capelli, e la baciò sul collo.

«Cris…» Mormorò piano. Lui l’accarezzò delicatamente.

«Laura, sei così bella, tesoro. » Le abbassò il vestito baciandole una spalla. Lei tremò. La strinse con più forza, ma sempre con tenerezza, e la fece voltare verso di lui. Le prese il viso con entrambe le mani, prima di baciarla. Poi le toccò il collo, fermandosi ad accarezzarle la base della gola con i pollici. Poi le mise le mani sulle spalle, abbassandole del tutto l’abito. Laura, tremò di più. Era così esposta, e si sentiva così fragile, ma non voleva che lui si fermasse.

«Piccola, hai paura?» Le chiese lui, mentre continuava a baciarla sul collo, una scia di piccoli baci.

«Un…po’ stringimi.» Gli disse con un filo di voce. Lui l’abbracciò, e la tenne stretta per qualche istante. Poi la prese imbraccio, sorridendo.

«È ora che ti mostri la mia camera.» Le sussurrò piano. Lei gli cinse il collo con le braccia. Lo amava così tanto, che si sentiva scoppiare, ma aveva anche un po’ paura…eppure si sentiva felice tra le sue braccia.

Cris, la depose sul letto, con delicatezza. E le si mise accanto. La baciò sulla bocca, con avidità, e poi più dolcemente, scese seguendo, la linea del collo, fino ai seni. Laura, era deliziata, e nello stesso tempo timorosa. Lui tornò ad accarezzarle il viso.

«Piccola, se non vuoi, mi fermo.» Le disse dolcemente, era vicinissimo. Lei alzò le braccia, per toccargli il volto e i capelli. Era così bello!

«No…Cris, non ti fermare.» Lui, sorrise e si chinò a baciarla. Si staccò da lei, con il fiato corto. E prese a toglierle del tutto il vestito. In un momento d’imbarazzo, Laura cercò di coprirsi, ma lui rise, prendendole le mani, e allargandole le braccia.

«Eh, no piccola! Sei così bella! E…così buona!» Si chinò ancora, a baciarla, mordicchiandole leggermente il collo. Poi si allontanò ancora, finendo di spogliarsi a sua volta. Laura arrossì. Era il primo ragazzo, che vedeva nudo. Lui sembrava perfettamente a suo agio. Tornò a sdraiarsi accanto a lei. Continuando a toccarla, e a baciarla. Laura, tremava. Voleva stare con lui lo voleva più di ogni altra cosa, ma cominciava ad avere paura, sul serio. Cris, se ne accorse. Le accarezzò il volto, con fare tenero.

«Laura, piccola, cos’hai, vuoi che mi fermo?» Laura, si strinse a lui.

«No..Cris…non voglio che ti fermi.» Disse, ma la sua voce era un po’ incerta. Lui la baciò con infinita dolcezza. Poi la tenne a sé, come se fosse il suo bene più prezioso, ed in effetti, era proprio così.

«Laura, non devi avere paura. Io ti amo.» Le disse, l’attimo prima di cercare le sue labbra. Il bacio che scaturì fu dolcissimo e appassionato. Ormai non vi erano più vestiti tra loro, ed erano sempre più vicini, e le mani di lui sempre più audaci. Laura rispondeva con trasporto ai suoi baci, e alle sue carezze, e quando si unirono, il mondo sembrò esplodere intorno a loro. Non esistevano né tempo né spazio, solo il loro amore.

Cris, scivolò di lato, coprendo entrambi con il piumone. Laura, era rannicchiata, contro di lui. Le baciò la fronte. Saperla sua lo colmava di felicità e d’amore. L’accarezzò dolcemente., poi entrambi, si addormentarono stretti l’uno all’altra.

Il sole filtrava a poco a poco nella stanza, illuminando i vari mobili. La poltrona, accanto alla finestra, il grande armadio, che prendeva tutta una parete, la scrivania, dall’altro lato, alla quale stava appoggiata, una chitarra, via via fino ad arrivare al grande letto, dove Cris e Laura giacevano ancora abbracciati. I loro visi sereni. Il primo a svegliarsi fu lui. Lei era ancora, lì, tra le sue braccia, coi capelli arruffati, sembrava serena e fragile nello stesso tempo. Ed era sua, solo sua. Era così bella, e gli appariva così dolce, che si sentì orgoglioso, di avere una ragazza simile al suo fianco. Mai aveva pensato, che un giorno si sarebbe innamorato in quel modo. E per quanto, potesse apparire melodrammatico, giurò a sé stesso, che nessuno gli avrebbe mai portato via Laura. Lei, piano a piano cominciò a muoversi, nel suo abbraccio, segno che si stava svegliando. Le accarezzò il volto e i capelli. Non si era mai sentito più felice. La strinse ancora di più, e si chinò a sfiorarle una tempia con un bacio, per poi sfiorarle la guancia ed infine cercarle le labbra. Le sfiorò con un bacio leggero. Non voleva spaventarla. Ma non vedeva l’ora che si svegliasse. Voleva passare con lei ogni minuto di quella giornata. Laura, riprese a muoversi, piano, nel suo abbraccio, e questa volta socchiuse gli occhi. Si sentiva stanca ma felice. Le ci vollero alcuni secondi per richiamare alla memoria le immagini della sera prima. Lui la guardava, sorridendo e lei arrossì violentemente, allontanandosi un po’ da lui. D’un tratto si sentiva in imbarazzo, anche se era sciocco. Lui rise, attirandola di nuovo tra le sue braccia. Si chinò a baciarla, un bacio vero e pieno di passione. Laura, dopo la sorpresa iniziale rispose con trasporto. Poi lui le baciò la punta del naso con fare un po’ ironico.

«Dormito bene, piccola?» Le chiese. Laura, divenne ancora più rossa.

«Cris! S…sì…» Lui l’accarezzò.

«Sei bellissima. Più bella che mai.»

«Lo pensi davvero?» Lui rise, continuando a toccarla.

«Mai stato più serio in vita mia, tesoro.» Lei gli si rannicchiò contro.

«Cris…io ti amo…» Gli sussurrò. Lui continuò a stringerla.

«Lo so. Ti amo anch’io…allora, cosa vuoi fare, questa mattina?» Laura, lo guardò.

«Non..so basta che stiamo insieme…infondo è domenica, no?» Lui, sorrise.

«Allora, vediamo…ora ti accompagno a casa, così magari, ti riposi un po’, e parli coi tuoi. Nei limiti del lecito.» Sorrise malizioso e lei, arrossì, tirandogli una cuscinata. In breve tempo, si ritrovano a ridere e giocare come due bambini, poi si scambiarono un lungo bacio. E piano piano la passione, si riaccese, la giornata, avrebbero finito di programmarla poi, avevano tutto il tempo del mondo, ora che erano insieme, ed entrambi erano intimamente convinti che il loro amore sarebbe durato per sempre.

FINE

Per chi volesse leggere o rileggere le altre parti:

SETTIMA PARTE

SESTA PARTE

QUINTA PARTE

QUARTA PARTE

TERZA PARTE

SECONDA PARTE

PRIMA PARTE